Energia marina: il fluire dell’acqua

di Redazione Casa Naturale

Energia marina: il fluire dell'acqua

Da onde e correnti a energia: navigando verso un futuro sostenibile

Sfruttare il potenziale dell’acqua: verso una rivoluzione dell’energia marina

Dal modo ondoso, dalle correnti, dalle maree. Particolari impianti e tecnologie possono consentire di ricavare energia meccanica dal movimento dell’acqua per poi convertirla in elettrica. Le centrali mareomotrici sfruttano l’energia marina, in particolare l’alternarsi delle maree, e hanno impatti ambientali ed economici molto elevati – come dimostra il caso della centrale francese sull’estuario del fiume Rance, che ha decimato la biodiversità locale creando un effetto catastrofico – mentre quelli degli idrogeneratori – turbine galleggianti che sfruttano le correnti – sono di molto inferiori. Lo sviluppo di questa fonte di energia è tracciato da una roadmap stilata dal Working Group Ocean Energy del Set Plan europeo.

Da qui, il gruppo di lavoro presieduto dal 2021 dall’Enea (Ente Nazionale per l’Energia e l’Ambiente) ha stabilito che entro il 2025 saranno sviluppati dispositivi operativi che abbiano superato la fase di dimostrazione tecnica e finanziaria ed entro il 2030 saranno installati su larga scala, con costi vicini a quelli commerciali.

Energia marina: verso un futuro sostenibile

Progetti sperimentali

Un sistema low-cost di produzione di energia marina utile per le tante piccole isole italiane non autosufficienti energeticamente, dove la fornitura di elettricità è garantita da costose e inquinanti centrali a gasolio. Questo è Pewec (Pendulum Wave Energy Converter), il progetto di Enea e del Politecnico di Torino per un simil-scafo galleggiante per sfruttare l’oscillazione delle onde.

Ma non solo. Nella laguna veneta, è stato provato in mare un prototipo che sfrutta le correnti di marea dalla capacità produttiva di 200 chilovattora prodotto dal sistema Gem nell’ambito di un progetto regionale; ma ad oggi non esiste uno studio specifico di calcolo delle emissioni di CO2 per megawattora. Infine, Eni, con Wave for Energy del Politecnico di Torino, ha sviluppato Iswec (Inertial Sea Wave Energy Converter) per rendere disponibile energia elettrica dalle onde per impianti offshore o immettere nella rete elettrica e dare corrente alle comunità costiere.

Idroelettrico

È la fonte energetica rinnovabile più antica in Italia, con i primi impianti realizzati alla fine del 1800. Tuttavia rispetto a un picco di sfruttamento di questa fonte registrato tra il 2005 e il 2008, oggi si registra un calo (anche se altalenante). I Comuni dell’idroelettrico sono 1891, in cui sono distribuiti almeno 23 gigawatt di impianti, in grado di contribuire, nel 2021, all’apporto di energia elettrica per il 40% della produzione da rinnovabili.

Per tutti gli impianti saranno necessari interventi di revamping e adeguamento tecnologico, di manutenzione e pulizia di dighe e invasi, di inserimento di sistemi di pompaggio per garantire e aumentare la capacità di produzione, ma anche in prospettiva di sue fluttuazioni causate dalla crisi climatica. Interventi che devono rappresentare l’occasione di una riduzione dell’impatto ambientale degli impianti all’interno dell’ecosistema fluviale.

Articolo pubblicato su Casa Naturale di settembre – ottobre 2022

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