Isole sostenibili? Secondo il Rapporto di Legambiente c’è ancora molto da fare

di Maria Chiara Voci

Isole sostenibili? Secondo il Rapporto di Legambiente c’è ancora molto da fare
Stromboli

Gestione dell’energia, economia circolare, risorse idriche e mobilità. Sono i quattro temi sui cui si concentra l’annuale Rapporto dell’Osservatorio sulle Isole Minori di Legambiente, pubblicato il 30 luglio.
Capraia, Capri, Levanzo, Favignana, Marettimo, l’Isola del Giglio, le Tremiti, Lampedusa, Linosa, Pantelleria, Salina, Lipari, Stromboli, Panarea, Vulcano, Alicudi, Filicudi, Ponza, Ventotene e Ustica. Venti isole italiane, autentici paradisi in mezzo al mare, sono messe sotto la lente d’ingrandimento per capire come stiano affrontando le fondamentali sfide ambientali della nostra epoca.

Laboratorio di sostenibilità

Abitate ma non interconnesse con la rete elettrica, le isole rappresentano un laboratorio ideale per sperimentare nuovi metodi sostenibili per l’approvvigionamento di energia pulita e acqua, per la gestione dei rifiuti e per una mobilità a emissioni zero.
«Una sfida che, proprio per via del contesto, non può essere solo quantitativa. – spiega Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente – Esistono tutte le condizioni per valorizzare da un punto di vista ambientale, economico e turistico queste isole, dove convivono grandi potenzialità e problemi rilevanti. Ad esempio, un patrimonio ambientale straordinario e, nei mesi estivi, un grande afflusso turistico con picchi dei consumi e degli impatti. C’è bisogno di coinvolgere le comunità e di integrare gli impianti nel paesaggio tutelando gli ecosistemi e rafforzando produzioni agricole di qualità. Per questo sono necessari un cambio e un’accelerazione delle politiche».

Energia, rifiuti, acqua

Gli obiettivi da porsi, secondo Legambiente, devono essere ambiziosi: mirare a un modello energetico al 100% dipendente da fonti rinnovabili, puntare alla chiusura del ciclo dei materiali, realizzare un modello virtuoso di gestione delle risorse idriche.
Purtroppo la realtà è ancora ben lontana dalle aspettative. Nonostante le isole in questione abbiano potenzialità piuttosto alte per la produzione di energie rinnovabili, nessuna raggiunge il 4% dei consumi elettrici soddisfatto da rinnovabili mentre il resto d’Italia supera il 32%.

Sul fronte della gestione dei rifiuti, la raccolta differenziata si attesta in media sul 29% ma potrebbe essere raddoppiata.
Infine, per quanto riguarda l’acqua, occorre fare uno sforzo per ridurre i consumi. Gli sprechi e le perdite di rete, sulle isole, si aggirano ancora attorno al 40%. Inoltre, tre quarti delle nostre isole minori non ha alcun sistema di trattamento delle acque reflue e 12 isole su 20 (60%) fanno ancora totalmente o parzialmente affidamento alle navi cisterna per il rifornimento di acqua potabile e non.

Buone pratiche da tutto il mondo

Per affrontare queste criticità, Legambiente propone di creare presso il ministero dell’Ambiente una cabina di regia per accompagnare ogni isola nella realizzazione degli obiettivi. E che ogni isola elabori un suo piano per il clima e la sostenibilità ambientale.

Non sono sfide impossibili e lo dimostrano gli esempi e le esperienze di tante altre isole in tutto il mondo. Dal Pacifico all’Atlantico, dal Mare del Nord all’Australia, il Rapporto di Legambiente presenta 32 casi studio di isole che stanno lavorando concretamente per raggiungere uno scenario 100% rinnovabile. Da Eigg, nell’arcipelago britannico delle Ebridi, che è autosufficiente da dieci anni grazie a un mix di impianti da fonti rinnovabili. A Samso, nel Mar Baltico, 100% rinnovabile rispetto ai consumi elettrici e produce addirittura un surplus scambiato con il continente. Fino a El Hierro, la più piccola delle Canarie, che è la prima isola al mondo ad aver conseguito la doppia autonomia, energetica e idrica, grazie a un sistema integrato basato sulle fonti inesauribili.

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