Biennale di Venezia 2025: dalla sopravvivenza all’adattamento. L’architettura per ripensare l’abitare umano

di Maria Chiara Voci

Biennale di Architettura di Venezia 2025. L'Arsenale.
Biennale di Architettura di Venezia 2025. L'Arsenale. Foto di Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

La guida di Casa Naturale alla Biennale di Architettura di Venezia 2025

Che cosa è e a cosa serve l’architettura? Può l’intelletto umano (Intelligens, come recita quest’anno il titolo della Biennale di Venezia) usare in modo diverso il “modo” di fare costruito per aiutare l’uomo a proteggersi dalla natura e la natura a proteggersi dagli effetti devastanti dell’abuso umano del Pianeta? Ed è la natura essa stessa a poter insegnare all’uomo ad adattarsi e trovare un nuovo riparo sicuro così da continuare ad abitare la Terra stringendo una nuova alleanza di reciproco rispetto?

Animata da queste domande, la redazione di Casa Naturale è stata presente – fra le oltre 200 testate internazionali invitate – a visitare in preview la 19a edizione della Biennale di Architettura di Venezia, che fino al 23 novembre 2025 animerà gli spazi dei Giardini, dell’Arsenale e di Forte Marghera.

«Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva», questo il titolo scelto dal curatore torinese Carlo Ratti, architetto-ingegnere, fra i più noti e citati esperti internazionali di evoluzione dell’ambiente urbano e costruito, esponente di quel sapere italico che ha trovato la sua massima espressione nell’incontro con l’internazionalità e in primis con il prolifico ambiente del MIT di Boston, università in cui insegna oltre che al Politecnico di Milano. 

«L’architettura è sopravvivenza» ha chiosato lo stesso Carlo Ratti al termine della conferenza stampa di apertura. «L’architettura è sempre stata una risposta a un ambiente ostile, sin dalle prime forme di abitare – aveva già spiegato nel discorso di apertura – L’obiettivo dell’architettura è sempre stato quello di creare spazi sicuri e vivibili, minimizzando l’impatto di condizioni ambientali sfavorevoli. Oggi la mitigazione degli effetti del clima non basta più: occorre fare un salto in avanti e passare a una strategia di adattamento», che implica un modo completamente nuovo di progettare, estetico ma anche etico e funzionale e frutto di competenze e conoscenze collettive e trasversali.

In questa ottica di architettura come soluzione, lo spazio delle forme è condiviso con quello delle idee, delle provocazioni, delle ricerche e delle azioni proposte. Nella sola e notevole struttura delle Corderie – dove si concentra la maggior parte dei contenuti, considerata l’indisponibilità del padiglione Centrale ai Giardini, chiuso per restauri – è una sfilata di video, immagini, scatti, pannelli, disegni, collage, sedute, installazioni, costruzioni, sculture, robot, automi che culminano in una centrale “nave del sapere”.

L’insieme di 300 contributi frutto del sapere di 750 autori coinvolti che si sommano alla ricchezza di ciò che è in mostra anche nei padiglioni di tutti i Paesi, a partire da quello Italiano dove l’allestimento curato Guendalina Salimei (per la prima volta da una donna) si dedica sotto il tema “Terrae-Aquae” al delicato rapporto dello Stivale con l’ecosistema delle sue coste.

Una Biennale che, nonostante la narrazione di Ratti, che parla di livelli di approfondimento multiplo, dai 5 ai 50 minuti, alle 5 ore fino ai 5 giorni, almeno 5 giorni pieni li richiede per chi, progettista o committente, vuole portarsi a casa una valigia di spunti utili a innescare un nuovo atteggiamento progettuale. 

Consapevoli di aver potuto dedicare per ora meno di un paio di giorni all’esplorazione della Biennale e consci di dover tornare, cerchiamo in questo breve percorso che segue di restituire ciò che (fra il “visto”) pensiamo possa interessare il pubblico dei nostri lettori.

Biennale 2025. Mostra Internazionale di Architettura: le 20 installazioni da non perdere

1. Architecture as Trees, Trees as Architecture

Gli alberi protagonisti dell'installazione Architecture as Trees, Trees as Architecture. Biennale di Venezia 2025
Architecture as Trees, Trees as Architecture. OLA Office for Living Architecture, Green Technologies in Landscape Architecture, Technical University of Munich. Ph. Marco Zorzanello. Courtesy: La Biennale di Venezia


Dove: Arsenale
Cosa vedere: Questo progetto, firmato da OLA Office for Living Architecture e dal gruppo Green Technologies in Landscape Architecture della Technical University of Munich, esplora la simbiosi tra architettura e mondo vegetale. Gli alberi non sono solo elementi decorativi, ma veri e propri protagonisti nella progettazione urbana: diventano colonne, pareti, persino tetti viventi. L’installazione mostra come le piante possano essere integrate come infrastrutture climatiche, capaci di regolare temperatura e umidità, offrendo una visione di città multispecie dove la natura è co-progettista. Un invito a ripensare radicalmente il ruolo delle piante nelle nostre città, non più solo sfondo ma parte attiva e strutturale dell’architettura.

2. Cool Forest

Biennale di Venezia 2025. Dettaglio della foresta urbana Cool Forest
Cool Forest. Kate Orff, SCAPE Landscape Architecture. Marco Scano, Max Piana, Craig Douglas. Ph. Marco Zorzanello. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Arsenale
Cosa vedere: Kate Orff (SCAPE Landscape Architecture) e Marco Scano (Harvard GSD) presentano un paesaggio sperimentale che mette in scena il potere delle foreste urbane di raffrescare le città. L’installazione ricrea microclimi boschivi, con percorsi sensoriali tra ombre, vapori e suoni, per far percepire ai visitatori il beneficio diretto del verde contro il surriscaldamento urbano. Un’esperienza immersiva che dimostra come la forestazione urbana sia una delle strategie più efficaci per il benessere climatico delle città.

3. Revival of Ordinary Trees

Veduta dell'installazione Revival of Ordinary Trees di Vector Architects alla Biennale di Venezia 2025
L’installazione Revival of Ordinary Trees di Vector Architects (immagine di Luo Canhui)

Dove: Arsenale
Cosa vedere: Dong Gong e Vector Architects raccontano storie di alberi comuni – quelli che spesso passano inosservati – e il loro ruolo silenzioso ma cruciale nella vita urbana. Attraverso fotografie, modelli e racconti, il progetto celebra la resilienza e la memoria degli alberi “ordinari”, suggerendo che la ricostruzione ecologica delle città parte anche dal riconoscimento di ciò che già esiste. Un omaggio poetico alla biodiversità urbana spesso trascurata.

4. Re-Leaf

Un'immagine del progetto Re-Leaf presentato alla Biennale di Venezia da MIT Senseable City Lab
MIT Senseable City Lab del propone una piattaforma digitale per l’analisi del verde urbano (immagine @senseable_city_lab)

Dove: Arsenale
Cosa vedere: Il Senseable City Lab del MIT propone una piattaforma digitale che mappa e monitora in tempo reale il verde urbano, integrando dati ambientali e intelligenza artificiale. I visitatori possono esplorare visualizzazioni dinamiche che mostrano come nuove piantumazioni e strategie di gestione possano migliorare la qualità della vita cittadina. Un esempio concreto di tecnologia al servizio della rigenerazione verde e della partecipazione civica.

5. Domino 3.0: Generated Living Structure

Gli elementi in legno che caratterizzano l'installazione Domino 3.0: Generated Living Structure alla Biennale 2025
Domino 3.0: Generated Living Structure. Kengo Kuma, SEKISUI HOUSE – KUMA LAB, The University of Tokyo. Ph. Marco Zorzanello. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Arsenale
Cosa vedere: Kengo Kuma e il suo team presentano un prototipo di edificio modulare in legno, realizzato con tecniche robotiche e materiali biodegradabili. L’installazione invita a toccare con mano elementi costruttivi che si ispirano alla crescita degli alberi e alla logica delle foreste, suggerendo una nuova estetica e una nuova etica per l’edilizia urbana. Dimostrazione di come la tecnologia possa potenziare l’uso di materiali naturali e rinnovabili nell’architettura contemporanea.

6. ARCHI/TREE/TECTURE

L'interno del Padiglione Lituania alla Biennale di Architettura di Venezia 2025
Padiglione Lituania alla Biennale 2025. Ph. Visual Phenomena Studies

Dove: Padiglione Lituania
Cosa vedere: Il padiglione lituano trasforma la Chiesa di Santa Maria dei Derelitti in un bosco architettonico, dove sculture, luci e suoni evocano la memoria degli alberi abbattuti nelle città. L’installazione invita a riflettere sul valore simbolico e pratico degli alberi come custodi della storia urbana, e sulla necessità di proteggerli.
Un’esperienza emotiva e multisensoriale che mette in dialogo arte, architettura e natura.

7. Building Biospheres

L'igresso ai micro-ecosistemi di Building Biospheres, nel padiglione belga della Biennale di Venezia 2025
Il padiglione belga ospita i micro-ecosistemi di Building Biospheres. Ph. Luca Capuano. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Padiglione Belgio
Cosa vedere: Il padiglione belga presenta una serie di micro-ecosistemi che integrano piante, acqua e suolo all’interno di spazi costruiti. Modelli, video e installazioni mostrano come la biodiversità possa essere “costruita” e mantenuta anche in contesti urbani densamente popolati.  Un laboratorio vivente che suggerisce strategie per la rinaturalizzazione delle città europee.

8. Rooted Transience

Un fotografia tratta dall'evento collaterale della Biennale Rooted Transience
Un’immagine presentata in Rooted Transience.Ph. Skidmore, Owings & Merrill.

Dove: Evento Collaterale, Diriyah Biennale Foundation
Cosa vedere: Un’installazione che mette in scena la fragilità e la forza delle radici, sia letterali che metaforiche, negli ecosistemi urbani. Materiali organici e performance artistiche raccontano il continuo cambiamento degli ambienti cittadini e la necessità di adattarsi a nuove condizioni climatiche. Un dialogo poetico tra natura effimera e architettura, che invita a ripensare il concetto di permanenza.

9. Talking to Elephants

I sistemi di monitoraggio presentati alla Biennale di Venezia 2025 in Talking to Elephants.
Talking to Elephants. Marc Sherratt Sustainability Architects, Franco Schoeman. Ph. Marco Zorzanello. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Arsenale
Cosa vedere: Marc Sherratt Sustainability Architects, in collaborazione con biologi e tecnologi, esplora la coesistenza tra umani ed elefanti. Il progetto combina architettura, etologia e intelligenza artificiale per creare ambienti condivisi e sistemi di monitoraggio etico, promuovendo una nuova alleanza tra specie. Un esempio di design multispecie che va oltre l’antropocentrismo e integra esigenze di animali e persone.

10. Song of the Cricket

L'installazione sonora e visiva installazione sonora e visiva dedicata agli insetti urbani alla Biennale di Venezia 2025
Song of the Cricket. Installazione a cura della University of Melbourne. Ph. Marco Zorzanello. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Arsenale
Cosa vedere: L’Università di Melbourne, insieme a entomologi e sound artist, mette in scena un’installazione sonora e visiva dedicata agli insetti urbani. Il progetto invita i visitatori a scoprire il ruolo fondamentale dei grilli e di altri piccoli animali nell’equilibrio degli ecosistemi cittadini. Un viaggio sensoriale che sensibilizza sull’importanza della biodiversità invisibile.

11. Elephant Chapel

La cappella realizzata da Boonserm Premthada all'Arsenale per la Biennale di architettura di Venezia
Elephant Chapel. Boonserm Premthada. Ph. Marco Zorzanello. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Arsenale
Cosa vedere: Boonserm Premthada presenta una cappella realizzata con mattoni prodotti dallo sterco di elefante, proveniente da santuari tailandesi. L’installazione unisce spiritualità, innovazione e sostenibilità, mostrando come materiali inaspettati possano diventare risorsa per l’architettura. Un esempio radicale di bioarchitettura e di alleanza tra uomo e natura.

12. The Living Orders of Venice

Elementi dell'esperienza interattiva proposta da Studio Gang alla Biennale 2025 con The Linving Orders of Venice
The Living Orders of Venice. Studio Gang. Ph. Marco Zorzanello. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Arsenale
Cosa vedere: Studio Gang propone un’esperienza interattiva in cui sensori ambientali rilevano le condizioni di vita delle piante e le vibrazioni dei passi dei visitatori, trasformando lo spazio in un paesaggio vivente fatto di suoni e luci. Un laboratorio di coabitazione tra umani e altre specie, dove l’architettura si adatta alle esigenze dei suoi “abitanti” vegetali e animali.

13. Home

I materiali del Padiglione Australia, che alla Biennale di Venezia sceglite il tema Home.
Un dettaglio di Home, l’installazione del Padiglione Australia. Ph. Luca Capuano. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Padiglione Australia
Cosa vedere: Il padiglione australiano esplora il concetto di casa come rifugio ecologico. Attraverso materiali locali, tecniche di costruzione tradizionali e strategie di adattamento climatico, il progetto racconta storie di resilienza e di cura per la terra. Un approccio olistico che integra design, natura e comunità, con particolare attenzione alle popolazioni indigene.

14. In-between

Gli spazi tra naturale e artificiale del padiglione giapponese alla Biennale 2025
Il Padiglione giapponese alla Biennale 2025 sceglie il tema In-Between. Ph. Luca Capuano. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Padiglione Giappone
Cosa vedere: Il padiglione giapponese invita a esplorare gli spazi liminali tra naturale e artificiale, con installazioni che integrano materiali naturali, tecnologie digitali e artigianato contemporaneo. Un percorso sensoriale che riflette sulla coesistenza armoniosa tra tradizione e innovazione.

15. Deserta Ecofolie

Il prototipo di micro-dimora progettato per il deserto di Atacama da Pedro Ignacio Alonso e Pamela Prado.
Deserta Ecofolie: prototipo di micro-dimora progettato per il deserto di Atacama da Pedro Ignacio Alonso e Pamela Prado. Ph. Luca Capuano. Courtesy: La Biennale di Venezia


Dove: Arsenale, stand 195-196
Cosa vedere: Un prototipo di micro-dimora di 16 m² progettato per sostenere la vita nel clima estremo del Deserto di Atacama, sviluppato dagli architetti cileni Pedro Ignacio Alonso e Pamela Prado in collaborazione con il Center for Industrialized Architecture (CINARK) dell’Accademia Reale Danese. Il progetto presenta un sistema prefabbricato di facciata biogenica con tetto in paglia, studiato per resistere alle grandi variazioni di temperatura e umidità del deserto, integrando materiali locali e tecniche ecologiche tradizionali con tecnologie contemporanee. Un esempio concreto di architettura sostenibile che unisce materiali biogenici antichi, come la paglia, con metodi prefabbricati innovativi, testando la durabilità e l’estetica in condizioni climatiche estreme per promuovere un’abitazione minima e resiliente.

16. STRESSTEST

Un dettaglio del laboratorio sulla resilienza climatica che il padiglione Germania presenta alla Biennale di Venezia 2025
Il Padiglione Germania ospita STRESSTEST, un laboratorio sulla resilienza climatica. Ph. Marco Zorzanello. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Padiglione Germania
Cosa vedere: Il padiglione tedesco si trasforma in un laboratorio per la resilienza climatica, con installazioni che simulano eventi estremi e propongono soluzioni adattive basate su materiali riciclati e strategie di progettazione partecipata. Un invito a sperimentare in prima persona le sfide del cambiamento climatico e le risposte possibili dell’architettura.

17. Material Bank: Matters Make Sense

La banca dei materiali con installazioni tattili alla Biennale di Venezia 2025
Material Bank: Matters Make Sense. Stefano Capolongo, Ingrid Maria Paoletti, Margherita Palli Rota Konstantin Novosëlov. Ph. Marco Zorzanello. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Arsenale
Cosa vedere: Stefano Capolongo, Ingrid Maria Paoletti e Konstantin Novosëlov propongono una “banca dei materiali” che raccoglie soluzioni innovative per il recupero, il riuso e la riduzione dell’impatto ambientale. L’installazione offre campioni da toccare e schede interattive per scoprire le storie dietro ogni materiale. Un viaggio tra materiali organici, riciclati e a basso impatto, pensato per ispirare architetti e cittadini.

18. Earthen Rituals

Un progetto in stampa 3D con terra cruda presentato alla Biennale 2025 dalla Columbia University
Earthen Rituals. Lola Ben-Alon. Natural Materials Lab, Columbia University GSAPP. Ph. Marco Zorzanello. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Arsenale
Cosa vedere: Il Natural Materials Lab della Columbia University sperimenta la stampa 3D con terra cruda, mostrando prototipi di architetture sostenibili che uniscono tradizione e tecnologia. Un esempio concreto di come le tecnologie digitali possano valorizzare materiali antichi e processi a basso impatto.

19. Necto

La struttura tessile Necto presentata all'Arsenale in occasione della Biennale 2025
Necto. SO-IL (Mariana Popescu, TheGreenEyl, Riley Watts). Ph. Marco Zorzanello. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Arsenale
Cosa vedere: SO-IL presenta una struttura tessile realizzata con fibre naturali e bioresina traslucida, sospesa come una membrana flessibile tra architettura e organismo vivente. L’installazione esplora nuove forme di leggerezza, modularità e adattabilità. Un prototipo di architettura temporanea intelligente, ottimizzata computazionalmente e pensata per essere smontata e riutilizzata.

20. AquaPraça

Gli spazi galleggianti di AquaPraça, il progetto presentato alla Biennale di Venezia 2025 da CRA-Carlo Ratti Associati, insieme a Eric Höweler e J. Meejin Yoo
AquaPraça. CRA – Carlo Ratti Associati (Coordinator), Eric Höweler and J. Meejin Yoon, Höweler + Yoon. Ph. Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Dove: Arsenale
Cosa vedere: CRA-Carlo Ratti Associati, insieme a Eric Höweler e J. Meejin Yoon, immagina spazi pubblici galleggianti che integrano sistemi di filtrazione naturale dell’acqua e socialità sull’acqua. Il progetto si ispira alle piazze veneziane e alle infrastrutture lagunari, proponendo nuovi modi di vivere e gestire le risorse idriche. Un modello replicabile per città costiere e lagunari, dove l’acqua diventa infrastruttura sociale e ambientale.

© Riproduzione riservata.