Recupero del verde: investiamo sulle piccole opere
Anna Letizia Monti è la presidente dell’Aiapp, l’Associazione italiana Architettura del Paesaggio, che ha da poco svolto a Torino il suo congresso annuale.
Presidente, in Italia è diffusa l’attenzione al paesaggio urbano?

Quali sono le principali difficoltà in questo cammino?
«Il fatto che, anche se cresce la sensibilità, diminuiscono i soldi e spesso si fa fatica a capire che gli interventi di riqualificazione del paesaggio possono essere realizzati anche a basso costo. Continuare a correre, tuttavia, dietro all’utopia di progetti faraonici, rischia di penalizzare piccole opere, che potrebbero concludersi in tempi rapidi e coinvolgere un buon numero di persone».
I progetti più interessanti in Italia?
«È difficile stilare un elenco. In genere, piuttosto che grandi parchi urbani, nel nostro Paese si predilige la valorizzazione delle cosiddette “reti verdi” e “reti blu”. Mi riferisco, ad esempio, al recupero delle zone dei canali. Gli interventi più interessanti, di norma, sono sviluppati soprattutto nelle periferie e nelle aree degradate».
Esistono caratteri comuni?
«No. Proprio questo è il tratto distintivo di operazioni ben riuscite. Il punto di partenza per una buona riqualificazione ambientale, in ambito urbano, è la sua aderenza alla specificità del luogo e della comunità di persone che vi abita».
Quanto è importante il recupero di un’area verde in ottica urbana e sociale?
«È fondamentale. Nelle persone cresce la voglia di fare comunità, di appropriarsi di spazi aperti per trasformarli in luoghi di aggregazione per una ricucitura urbana che è anche sociale».
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