Il cotone sostenibile

di Francesca Corsini

Il cotone sostenibile
La coltivazione idroponica impiega materiali alternativi al terreno, che costituiscono un supporto di base per l’ancoraggio e il sostentamento delle piante

Le piante assorbono i nutrienti necessari sotto forma di ioni inorganici disciolti nell’acqua. Da questa scoperta nasce la coltivazione idroponica, soluzione eco friendly.

Il cotone sostenibile: un tessuto versatile

Un materiale perfetto come tessile d’arredo, morbido e traspirante, resistente e facile da lavare, il cotone sostenibile è naturale e performante. Ideale per la biancheria per la casa e particolarmente adatto ai tendaggi, grazie alle proprietà di isolamento termico. Disponibile in una variegata scelta di stili e colori, consente la facile personalizzazione di ogni ambiente. Attenzione però, la strada che lo porta nelle nostre case parte da lontano: comincia dalla coltivazione, che richiede Una nuova soluzione eco-friendly arriva dalla Spagna: la startup Magtech (Mediterranean Agro Technologies), con sede a Valencia, sta sperimentando la coltivazione idroponica del cotone sostenibile.

Impiegato per coltivare una vasta gamma di piante, il metodo consiste nel farle crescere in assenza di suolo, utilizzando una soluzione di acqua e nutrienti, gli stessi che estrarrebbero dal terreno. I vantaggi sono straordinari. Con la coltivazione idroponica, per esempio, le piante notevoli quantità di acqua, comporta l’uso intensivo di antiparassitari e fertilizzanti chimici, contribuisce a esaurire i nutrienti del suolo, riducendo così, nel tempo, la sua stessa qualità. Per questo, molte aziende stanno cercando di adottare pratiche agricole più sostenibili.

Il cotone sostenibile

Coltivazione idroponica del cotone: una soluzione sostenibile

Una nuova soluzione eco-friendly arriva dalla Spagna: la startup Magtech (Mediterranean Agro Technologies), con sede a Valencia, sta sperimentando la coltivazione idroponica del cotone. Impiegato per coltivare una vasta gamma di piante, il metodo consiste nel farle crescere in assenza di suolo, utilizzando una soluzione di acqua e nutrienti, gli stessi che estrarrebbero dal terreno. I vantaggi sono straordinari.

Con la coltivazione idroponica, per esempio, le piante possono essere coltivate tutto l’anno e in spazi limitati, l’acqua può essere conservata e riciclata, viene azzerato il rischio di malattie dal suolo. David René Rodríguez, cofondatore di Magtech, ha scelto quindi di testarne l’uso nella produzione del cotone sostenibile dopo che «in diversi Paesi, come la Tunisia e il Bangladesh – spiega –, ho seguito le catene di approvvigionamento della moda e compreso quanto la coltivazione convenzionale del cotone contribuisca al degrado ambientale.

In seguito, studiando la tecnica di coltivazione idroponica, ne ho colto il potenziale come valida alternativa. Questa, infatti, rispetto ai metodi tradizionali, necessita di minori spazi coltivati, permette di consumare anche il 60% in meno di acqua, consente rese fino a 60 volte più alte, non richiede diserbanti o pesticidi, garantisce stabilità nella qualità del cotone».

Sfide e prospettive future

Ma non mancano le difficoltà, a partire dagli elevati costi iniziali che includono l’acquisto di attrezzature ad hoc, sistemi di illuminazione, tecnologie per il controllo del clima e dei nutrienti, cui si aggiunge l’imprescindibile manutenzione e il monitoraggio costante. Resta, inoltre, il tema del consumo energetico: l’illuminazione artificiale e il controllo del clima, infatti, richiedono notevoli quantità di energia, incidendo ulteriormente sui costi e sull’ambiente. A meno che non vengano utilizzate fonti di energia rinnovabile.

Non a caso «per il 2024 stiamo lavorando alla configurazione di una serra di 2.125 metri quadrati con integrazione di energia fotovoltaica e stiamo analizzando la possibilità di usare i semi di cotone per produrre biogas per il controllo del clima. Il campo di ricerca è molto vasto» spiega Rodríguez.

E infatti Magtech dal 2021 collabora con il Consiglio Nazionale delle Ricerche spagnolo e con la Fondazione Cajamar. Parallelamente sta avviando un progetto di ricerca e sviluppo con l’Università Politecnica di Valencia per esplorare la fattibilità di coltivare il cotone sostenibile utilizzando acque reflue non potabili, incrementando la sostenibilità ambientale. E il tessuto finale? «Il test High Volume Instrument, utilizzato nell’industria tessile per misurare e valutare le proprietà delle fibre tessili, soprattutto del cotone, registra risultati migliori in termini di qualità della fibra di cotone in idroponica e anche la sensazione al tatto risulta decisamente più morbida, grazie all’assenza di esposizione alle condizioni meteorologiche» chiarisce Rodríguez.

Articolo pubblicato su Casa Naturale di Novembre – Dicembre 2023

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