Il Great Green Wall contro il deserto

di Giorgia Marino

Great Green Wall: muro verde per combattere il cambiamento climatico

Ha l’ambizione di diventare l’ottava meraviglia del mondo. Il Great Green Wall è un muro verde e vivo, che si estenderà per 8mila chilometri, attraversando longitudinalmente il continente africano, dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso.

Lo schieramento del Great Green Wall combatte il cambiamento climatico

Un esercito di alberi, cespugli e vegetazione che, con l’aiuto delle mani dell’uomo e la forza delle proprie radici, dovrà fermare l’avanzata del deserto, proteggendo dal degrado la preziosa terra del Sahel.

Sembra uscito dalla saga fantascientifica “Dune” di Frank Herbert. Invece il Great Green Wall è un progetto concreto, che da più di un decennio, con il sostegno dell’Unccd (Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione), interessa una ventina di Paesi sub-sahariani. La macro-regione del Sahel è uno dei fronti più a rischio per il cambiamento climatico. Alle sempre più frequenti siccità, si è aggiunto negli anni lo sfruttamento senza criterio di terreni e risorse idriche. Con l’aggravante di un’endemica povertà e perenne instabilità politica. Fattori che spingono l’emigrazione.

La conservazione e il recupero di terre degradate può invertire questa disastrosa rotta. Da quando, nel 2007, si è dato avvio al sogno panafricano del Great Green Wall, quasi 30 milioni di ettari di territorio sono stati strappati al deserto, riportando fertilità, cibo, lavoro. In una parola, futuro.

I numeri del Great Green Wall

21 paesi africani coinvolti nel progetti del Great Green Wall

46% del territorio africano degradato o sottoposto a processi di desertificazione

100 milioni di ettari terreni degradati da recuperare entro il 2030

250 milioni di tonnellate di carbonio da riportare nel suolo entro il 2030

10 milioni di posti di lavoro da creare nelle aree rurali attraverso il progetto del Great Green Wall

 

di Giorgia Marino

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