Immagazzinare l’energia per il futuro: il combustibile solare termico

di Giorgia Marino

Girasoli alimentati dall'energia solare
Sunflower plantation at sunrise with gigantic field in Nakhon Ratchasima, Thailand.

È fluida la nuova batteria che conserva l’energia solare. Una parabola con al centro un tubo che custodisce il liquido costituisce il dispositivo che segue il sole come un girasole. Economico, efficiente e durevole il “combustibile solare termico” arriva dalla Svezia e porta con sé il vento del cambiamento.

Sempre più coscienti dei pericoli causati dal surriscaldamento globale, gruppi di scienziati, startup e aziende di tutto il mondo, da anni, sono all’opera per trovare tecnologie innovative. Ricerche, analisi e investimenti stanno concentrandosi sul settore delle energie rinnovabili così da generare una transizione del settore verso la sostenibilità. I paesi più sviluppati stanno gradualmente abbandonando il carbone e le fonti più inquinanti per un consumo più consapevole. Se, dunque, le alternative esistono e sono in via di messa a punto, ora il vero focus riguarda le tecniche di stoccaggio energetico.

Alla base della conservazione energetica c’è una particolare reazione chimica

La Chalmers University of Technology ha scoperto un fluido che farà molto parlare di sé nei prossimi anni. Si tratta di una molecola di carbonio e idrogeno che, colpita dai raggi del sole, subisce un processo chimico tale da cambiare l’organizzazione degli atomi. I legami interni si modificano e la nuova versione della molecola acquista una grande quantità di energia. Il combustibile solare termico funziona, dunque, come una batteria che, anche raffreddatosi, non disperde nell’ambiente il potenziale energetico. Quando l’energia immagazzinata deve essere utilizzata, il fluido subisce l’azione di un catalizzatore. Riportata la molecola alla struttura originaria, questa sostanza lo induce a rilasciare il calore nell’ambiente e fornire, così, l’apporto energetico necessario.

I numeri del combustibile solare termico

125 sono le volte in cui si può ripetere questa operazione. 18 sono gli anni per cui il fluido garantisce il suo corretto funzionamento. 63° celsius costituiscono la temperatura che il combustibile solare termico può raggiungere, sufficiente ad alimentare gli elettrodomestici casalinghi e il riscaldamento domestico. «Abbiamo più volte estratto l’energia dalla molecola e il calore ottenuto è stato maggiore del previsto» ha dichiarato Kasper Moth Poulsen, della Chalmers University of Technology. Gli esperimenti sono stati svolti sul tetto dell’Università, dove è stato installato il dispositivo.

Saranno necessari ancora alcuni anni per la commercializzazione. Saranno necessari investitori e ulteriori studi per potenziare il meccanismo. Ma con questa scoperta è stata accesa una luce che illumina una nuova strada da seguire.

di Giorgia Bollati

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