Pubblicità
Pubblicità

Qualità dell’aria indoor: ecco la cover del numero di settembre/ottobre

di Sara Perro

Qualità dell'aria indoor: ecco la cover del numero di settembre/ottobre

Sul numero ora in edicola abbiamo approfondito il tema della qualità dell’aria indoor. Per chi sogna di stare in casa, come fra il folto di una foresta di alberi. Come al centro di uno spazio puro e incontaminato. Dove i polmoni possono respirare aria pulita. Un risultato non irrealizzabile. Ma una concreta realtà. Uno dei miracoli della tecnologia, associato a ciò che ci regala la natura.

Il tema della qualità dell’aria indoor è stato per anni sottovalutato. All’estero, come in Italia. Ancora oggi pochi sanno che fra le quattro mura domestiche siamo attorniati da nemici invisibili. Inquinanti di tipo biologico o chimico. Che noi stessi emettiamo. Che derivano dalle attività svolte dall’uomo. O, più subdolamente, che sono emessi dalle pareti, dai rivestimenti, dai mobili e persino dai prodotti che utilizziamo per pulire.

Dentro un edificio – secondo le rilevazioni del Ministero della Saluterespiriamo fino a 5 volte peggio che in strada. Un paragone impressionante. Uno studio condotto dall’Università di Harvard (e diffuso da Gbc) dimostra come la scarsa qualità dell’aria di un ambiente abbatta drasticamente le abilità cognitive. Ma le conseguenze possono essere anche molto più gravi: l’8% delle patologie di cui soffriamo (da un “semplice” mal di testa a problemi respiratori o psichici, fino a malattie gravi come tumori o affezioni cardiovascolari) possono derivare, secondo gli esperti, da ciò che immettiamo nel polmoni.

La buona notizia, però, è che la tecnologia per correre ai ripari c’è. E si sviluppa ogni giorno. Non solo in modo diretto: cioè con la diffusione sul mercato di sistemi per depurare o cambiare l’aria. Ma anche in modo indiretto. Nel senso, che sono moltissime le aziende che hanno preso coscienza del tema e hanno iniziato a investire per modificare le caratteristiche dei prodotti che commercializzano. 

Un aiuto arriva anche dalla progettazione. Da poco più di un anno è infatti nato, in Italia, un protocollo di certificazione specifico che si chiama Biosafe e che serve proprio a valutare, già durante la fase di progetto, come sarà l’aria che respireremo dentro una casa in costruzione. Salvo poi verificarla a cantiere finito. Meno specifico, ma misura il benessere dell’uomo nell’edificio, anche il rating immobiliare Well, presentato in Italia in autunno e parte della famiglia Leed. Oppure CasaClima Nature, protocollo frutto dell’esperienza dell’Agenzia CasaClima di Bolzano, che certifica un edificio non solo dal punto di vista energetico, ma anche in relazione agli impatti sull’ambiente, sulla salute e sul benessere. 

La brutta notizia, ancora, è che il tema – nonostante l’importanza – è sconosciuto ai più. Con questa cover, speriamo di spingervi ad approfondire. Vuoi leggere tutto l’approfondimento? Ti aspettiamo in edicola! Oppure, se ancora non sei abbonato, puoi farlo a questo link.

di Maria Chiara Voci, Paola Addis, Giorgia Bollati

© Riproduzione riservata.