Cura delle piante con il biogiardiniere
È arrivata la primavera, ma il caldo non è ancora esploso, è il momento di avere cura delle piante, dopo il sonno invernale: richiedono un sostegno.
Come nutrirle? Sarebbe ingenuo, oltreché dannoso, pensare che si accontentino di essere bagnate. Forse l’acqua basta per sopravvivere, ma per crescere rigogliosi e fiorire, piante e alberi hanno bisogno di un’ampia gamma di oligoelementi.
Quattro sostanze per la loro salute

- l’azoto, componente principale delle proteine e quindi promotore della crescita;
- il magnesio, costituente fondamentale della clorofilla;
- il potassio, necessario alla maturazione della frutta;
- il fosforo, promotore della fioritura.
Tutti minerali di cui un terreno ideale, fertile ed equilibrato, sarebbe ricco di suo: i terreni ideali, però, sono rari e il più delle volte serve un aiuto, meglio se naturale al 100%.
Concimazione e cura delle piante
Di concimazione biologica, e più in generale di creare e gestire giardini che rispondano ai criteri dell’ecosostenibilità, si occupa Daniele Romano, giovane esperto di agraria e ideatore, per Naima Sas, del progetto Biogiardinaggio. «Prima ancora di pensare a concimare, bisogna preoccuparsi della vita biologica del terreno e degli organismi che lo abitano, essenziali per mantenerlo fertile e poroso – spiega Romano –. Un suolo vivo è alla base di ogni concimazione naturale».
Curarle con amore
Buona pratica per favorire e proteggere la vita organica del terriccio è quindi la pacciamatura. «La tecnica consiste nel ricoprire il suolo con materiali biodegradabili, come paglia, corteccia, foglie, cippato di legna o sfalci, che fungono da isolante, conservano l’umidità, impediscono gli sbalzi termici e, al contempo, rilasciano sostanze nutritive. In pratica, si ricrea l’effetto sottobosco, che aiuta la vita a svilupparsi. Inoltre, la sostanza organica bilancia le caratteristiche della terra, rendendola più porosa, se troppo compatta o più soffice e stabile, se sabbiosa. Si riduce così anche l’azione erosiva dell’acqua».
Come integrare la pacciamatura

I funghi benefici
Una buona alternativa per nutrire le piante in vaso sono, poi, le micorrize, funghi benefici che stabiliscono un rapporto simbiotico con le radici, creando un ambiente favorevole ai microrganismi utili e sfavorevole ai parassiti. «Vengono coltivati in laboratorio, si comprano e si inoculano direttamente in vaso – aggiunge Romano –.
Si possono anche comprare, già pronti all’uso, altri due tipi di fertilizzanti naturali. Cioè l’humus di lombrico, utilizzabile sia a secco sparso sul terreno che diluito nell’innaffiatoio, e le alghe, vendute in bustine solubili, ricche di azoto, fosforo e potassio». Un buon apporto di potassio è fornito anche dalla cenere, fertilizzante “povero”, ma molto utile se aggiunto al terreno in piccole quantità.
Niente aiuti chimici, invece, per il purista del biologico Daniele Romano: «Non ce n’è bisogno – conclude –. I concimi organici hanno già tutti gli elementi che servono alle piante».
© Riproduzione riservata.





