Ridurre il consumo di energia in una villa dell’Ottocento del 90%, senza stravolgerne la struttura vincolata dai Beni culturali. Una “mission impossible” superata con successo.
Un’impresa difficilissima
Ecco l’impresa compiuta dallo studio di architettura Solarraum di Bolzano, che dal 2005, oltre a occuparsi di edifici in classe CasaClima “ORO+”, case passive, edifici “zero emission” e bioarchitettura nelle nuove costruzioni, è specializzata nelle ristrutturazioni “fattore 10” su edifici esistenti. Come nel caso di Villa Castelli, dimora storica affacciata sul Lago di Como e in quanto tale sotto tutela. Uno scoglio non da poco se l’obiettivo è abbattere i consumi energetici.
Obiettivo: ridurre il consumo
«Il nostro compito – spiega Oscar Stuffer, ingegnere del team Solarraum– è stato sviluppare e realizzare il progetto energetico, attraverso l’analisi dell’involucro, e quello impiantistico. Sapevamo che in un edificio tutelato ci sono delle limitazioni e per questo ogni scelta è stata ponderata con estrema attenzione».
L’immobile, circondato da uno splendido parco, occupa una superficie di 680 metri quadrati e risale al 1830. In quasi due secoli di vita è stato rimaneggiato quattro volte con sistemi costruttivi fra loro differenti. «Un fattore che ha reso l’intervento più complicato. – spiega Stuffer – come nel caso dei solai in legno, alcuni dei quali è stato necessario demolire. In altri casi, invece, li abbiamo mantenuti, rinforzandoli con una soletta in calcestruzzo armato».
La conservazione dell’involucro esterno
L’intervento che, però, ha consentito di raggiungere gli obiettivi preposti ha riguardato l’involucro esterno, dove è stato utilizzato un isolante termico in perlite dallo spessore inusuale, ben 20 centimetri, a fronte di una misura standard di massimo 6 centimetri. «Si può fare – dice Stuffer – ma sono necessarie conoscenze approfondite». In effetti il rischio concreto, visto l’enorme spessore dell’isolante, è che durante la stagione “secca” l’umidità non evapori all’esterno, rimanendo intrappolata nella struttura, che a lungo andare si rovinerebbe. Altrettanto innovativo l’intervento sul tetto dell’abitazione, completamente rinnovato. «Dopo aver rimosso le tegole – spiega l’ingegnere – è stata posata una struttura in lamiera, già presente nel fabbricato originale. All’interno di quest’ultima sono stati inseriti degli specialipannelli fotovoltaici utilizzati per le barche a vela, che si adattano perfettamente alla superficie, risultando allo stesso tempo poco visibili».
Energia dal fotovoltaico
I pannelli producono il 47% dell’energia elettrica di cui ha bisogno l’immobile. Niente male, alla luce del veto sull’eventuale ampliamento delle superfici vetrate, che solitamente è utile per guadagnare un po’ di calore. A completare il restyling, i serramenti in legno con triplo vetro, eccezionale per ridurre le dispersioni termiche. Per quanto concerne l’impiantistica, in giardino è stata installata una pompa di calore con sonde geotermiche verticali, che affondano nel sottosuolo e prelevano l’energia, poi trasferita alla pompa che, a sua volta, la distribuisce all’interno dell’edificio attraverso un impianto di riscaldamento a pavimento. Per completare l’opera è stato scelto un impianto di ventilazione meccanica controllata, che consente a ogni singolo piano di gestire in modo autonomo la regolazione della portata di aria fresca, attraverso un ingegnoso sensore di CO2.
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