Acqua e calore
Piscine e saune diventano scenografie in cui il nostro cervello si alterna tra spettatore e protagonista, reagendo a stimoli che hanno radici profonde nella nostra biologia
C’è un istinto primordiale che ci porta a cercare l’acqua e il calore. Immergersi in acqua è come entrare in una nuova dimensione sensoriale. La pressione idrostatica attenua il peso corporeo, i confini si dissolvono, i suoni esterni si smorzano. Il cervello interpreta questa condizione come protezione: l’amigdala, sede delle paure, si quieta, mentre prende il sopravvento il sistema parasimpatico, quello alfa e teta, che sono associate a uno stato di rilassamento e creatività. La piscina assume quindi il ruolo di spazio meditativo, in cui il pensiero razionale, finalmente, si allenta.


La sauna ci conduce all’estremo opposto: dal regno dell’acqua a quello del fuoco. Il calore progressivo rappresenta un micro-stress che, paradossalmente, allena il cervello. L’aumento della temperatura stimola la produzione di proteine da che regola rilassamento e recupero. È in questo stato che il corpo rilascia endorfine e dopamina, molecole che migliorano l’umore e la motivazione. Ma non è solo questione di chimica: anche l’estetica dell’acqua diventa un linguaggio per il cervello…
Articolo pubblicato su Casa Naturale di novembre – dicembre 2025
Continua a leggere sulla rivista digitale
© Riproduzione riservata.





