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Chesa Futura: l’architettura di domani

di Redazione Casa Naturale

Chesa Futura: l'architettura di domani

Tecnologie costruttive e progresso tecnico possono essere al servizio della sostenibilità architettonica, ma anche di un’idea progettuale avveniristica. Parola di Norman Foster

”L’architettura deve essere un servizio multiplo reso all’utente, al cliente e al luogo”. Questo, il diktat dello studio Foster&Partners, integralmente rispettato nel disegno e nella realizzazione di Chesa Futura. Il nome stesso del progetto racchiude l’intenzione di Foster o, meglio, Lord Foster of Thames Bank, di integrare il più possibile l’edificio nel paesaggio naturale e nella tradizione architettonica di Saint Moritz. In romansh, infatti, una delle quattro lingue ufficiali della Svizzera, chesa significa casa e Chesa Futura è la risposta, avveniristica e originale, a Chesa Veglia, antica villa salvata negli anni Trenta dai proprietari di un albergo della Bassa Engadina.

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Il curriculum e il percorso professionale di Norman Foster e dei suoi collaboratori, ottocentocinquanta distribuiti tra le sedi fisse, Londra, Berlino e Singapore, e gli “uffici di progetto”, non quantificabili, esattamente come il numero di cantieri aperti, comprende i più prestigiosi premi alla sostenibilità. Tra gli altri, il LEED, Leadership in Energy and Enviromental Design, ottenuto per la Hearst Tower, nuovo grattacielo di New York, e il Swiss Solar Prize, premio che considera non solo la performance ambientale di un progetto, ma anche il rapporto tra tecnologie sostenibili e qualità architettonica.

In questo contesto si inserisce il progetto di Chesa Futura, che, pur in scala minore rispetto alla cupola del Reichstadt e alla Hearst Tower, rappresenta un mini-manifesto per la bioarchitettura e dimostra come nuovi edifici possano essere inseriti, senza aprire ferite, in un contesto paesaggistico naturale e come, addirittura, le tecnologie costruttive contemporanee possano tutelare ed enfatizzare la qualità del paesaggio.

La scelta del legno, principale materiale costruttivo di Chesa Futura, può essere la chiave di lettura del progetto. Sostenibile non solo per il valore assoluto del legno, ma perché è stato scelto il larice, essenza locale che ha permesso, contemporaneamente, di risparmiare energia per il trasporto e di integrare il progetto nel paesaggio montano. Le scandole di legno che rivestono la struttura, infatti, cambieranno colore nel tempo, fino a confondersi con le tonalità degli alberi circostanti. Oltre alla scelta dei materiali costruttivi, l’organizzazione delle facciate e la distribuzione degli ambienti seguono i principi del risparmio energetico. La facciata verso nord, infatti, è integralmente chiusa per evitare perdite di calore, mentre il versante sud ospita finestre e balconi che, oltre a consentire un corretto passaggio termoigrometrico, regalano una vista panoramica sulla vallata. L’edificio, inoltre, poggia su una serie di pilotis, per evitare il degrado del legno che, in assenza di sospensione, sarebbe in continuo contatto con la neve, e per agevolare la fruizione del panorama. Chesa Futura, in origine, avrebbe dovuto ospitare dodici appartamenti, ma l’idea di progetto ha avuto un tale successo che ogni acquirente ha comprato due appartamenti, per unirli e godere appieno dell’architettura e del paesaggio (Norman Foster stesso si è riservato l’attico).

Obiettivo raggiunto, dunque: le tecnologie contemporanee consentono non solo di ottenere esempi di architettura di alta qualità stilistica e innovazione tecnica, ma anche di salvaguardare il territorio e introdurre soluzioni innovative per il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente.

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Caratteristiche eco

1) L’uso del larice, essenza locale, consente sia il risparmio energetico, in fase di trasporto e di cantiere, sia l’integrazione nel territorio.

2) La facciata verso nord è chiusa, per evitare la dispersione di calore, e ospita uno strato di isolamento maggiore.

3) Solo la facciata sud ospita aperture e balconi.

4) La copertura comprende uno strato isolante di 50 centimetri, come maggiore protezione dal freddo.

5) Il parcheggio sotterraneo consente risparmio di superficie edificabile.

6) Gli otto pilotis, che reggono la struttura, agevolano ulteriormente l’isolamento termico.

7) La scelta dei materiali costruttivi garantisce un’alta durabilità e una minima necessità di manutenzione.

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di Antonia Solari

© Riproduzione riservata.