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Risparmio energetico: meno emissioni, meno spesa

di Redazione Casa Naturale

Risparmio energetico: meno emissioni, meno spesa

Riqualificare la casa in un’ottica sostenibile si può, ma occorre affidarsi a un professionista, per capire dove agire per abbattere

Cosa si intende risparmio energetico? Tutto parte da uno studio approfondito sulla casa. L’obiettivo è quello di mettere in luce le principali criticità, per ridurre lo spreco energetico attraverso un progetto di efficienza studiato nel dettaglio. Per abbattere la spesa del riscaldamento, in ottica di risparmio energetico,  è necessario iniziare dall’analisi dei consumi, grazie alla diagnosi energetica.

Questo strumento, elaborato da un tecnico specializzato in materia, per comprendere lo stato di salute dell’edificio, a partire dalla conoscenza del comportamento energetico dello stabile.

Indispensabile effettuare un sopralluogo, prendere le misure del fabbricato, conoscere stratigrafie e caratteristiche tecnologiche dei componenti edilizi, per calcolare il fabbisogno energetico, ovvero quanta energia è necessaria per scaldare gli ambienti. Il modello di calcolo così ottenuto deve poi essere calibrato in base alla spesa reale, in modo che il professionista, costi alla mano, possa individuare gli scenari di intervento più vicini allo stato di fatto, per abbassare il valore di consumo. Il secondo step è lavorare sulle superfici disperdenti e sui ponti termici, con lo scopo di massimizzare i benefici.

La chiave per il risparmio energetico

La chiave per il risparmio energetico è valutare, tra tutti gli interventi possibili, quelli in grado di avere una maggiore incidenza in termini di costi-benefici; l’intento è di privilegiare quei lavori che porterebbero a una percentuale maggiore di risparmio energetico, per diminuire il fabbisogno energetico della casa e rientrare dei costi entro dieci anni.

In linea di massima gli interventi da privilegiare sono quelli che interessano una porzione maggiore di superficie, come le pareti disperdenti verso l’esterno e il solaio del sottotetto non riscaldato.

Attenzione, però, ai materiali: è di fondamentale importanza scegliere il prodotto giusto a seconda del tipo di risultato che si vuole ottenere. Per garantire la traspirabilità del materiale, ad esempio in caso di cappottatura totale, è di fondamentale importanza utilizzare un tipo di isolante a celle aperte, per consentire all’eventuale umidità presente nella muratura, di evaporare verso l’esterno.

Risparmio energetico: meno emissioni, meno spesa

Decisivo anche l’utilizzo di componenti a elevata inerzia termica, come i pannelli in fibra di legno, per migliorare il comportamento estivo delle strutture, ovvero il tempo che impiega il calore a permeare la parete dall’esterno verso l’interno (sfasamento termico). Un buon materiale deve essere in grado di trattenere il calore e rilasciarlo lentamente. Un involucro performante non è sufficiente a migliorare le prestazioni energetiche della casa.

Interventi sull’impianto termico e sistemi virtuosi

É necessario intervenire sull’impianto termico per verificarne in prima battuta emissioni in atmosfera e rendimenti, perché se non rientrano entro certi limiti, indicano che la caldaia è ormai da sostituire. Fare efficienza non significa mettere mano solo al generatore. Un sistema virtuoso, infatti, funziona se l’intero circuito è ottimale. Un buon generatore deve essere comandato da una centralina di telegestione, che ne ottimizzi il funzionamento, per produrre solo la quantità di energia necessaria a scaldare gli ambienti in base alla temperatura esterna e all’effettiva richiesta degli ambienti indoor.

Se isolare le superfici disperdenti è il primo passo per contenere gli sprechi, efficientare l’impianto è la chiave per vivere in un circuito virtuoso, in cui si utilizza solo l’energia di cui si ha bisogno. Per avere una lettura in una modalità ancora più green, il consiglio è di abitare in una casa che, in modo sostenibile, non solo utilizzi unicamente l’energia di cui ha bisogno, ma che la produca, ad esempio grazie a un impianto fotovoltaico, per portare a zero l’equazione di bilanciamento energetico.

Efficienza energetica in 10 step

  1. Incaricare a un professionista esperto in efficienza energetica;
  2. Consentire ai tecnici di effettuare un sopralluogo tecnico per studiare in loco criticità e peculiarità dell’edificio;
  3. Analizzare l’esito della diagnosi energetica elaborata dal tecnico, perchè solo attraverso una conoscenza approfondita dei consumi e del comportamento energetico dell’edificio è possibile intervenire per migliorarlo;
  4. Individuare gli scenari più opportuni, tra quelli emersi dalla diagnosi, con l’obiettivo di migliorare il profilo energetico e abbattere gli sprechi;
  5. Risolvere i ponti termici, ovvero i punti ‘più freddi’ dell’involucro edilizio;
  6. Prestare attenzione alla scelta dei materiali, gli isolanti devono essere valutati in base alle caratteristiche della superficie, dove si trova, verso quale ambiente disperde calore e quali requisiti deve avere;
  7. Impianto: controllare che le emissioni in ambiente e il rendimento rispettino i limiti di legge;
  8. Impianto: ottimizzare il sistema di regolazione e distribuzione del calore con un sistema di termoregolazione per il monitoraggio dei consumi;
  9. Valutare produzione di energia da fonti rinnovabili;
  10. Imparare a vivere in una casa sostenibile.

Articolo pubblicato su Casa Naturale di Luglio – Agosto 2019

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