Nasce in Puglia il primo mulino di comunità

di Giorgia Marino

mulino di comunità in Puglia

Uno strumento per la democrazia del cibo sano, un modo per combattere lo spopolamento delle campagne e anche un luogo di cultura. Sarà tutto questo il primo mulino di comunità, inaugurato il 31 marzo a Castiglione d’Otranto, nel cuore del Salento. Dalla Puglia forse partirà una piccola rivoluzione. Per ora, il mulino ideato dall’associazione Casa delle Agriculture Tullia e Gino ha macinato le sue prime farine e prodotto pane e pasta.

Il mulino di comunità, dall’utopia alla pratica

“Chi semina utopia, raccoglie realtà” è il motto che campeggia sul muro del mulino di Castiglione d’Otranto. Dall’idea alla sua realizzazione il percorso è stato lungo e non privo di ostacoli. L’associazione Casa delle Agriculture Tullia e Gino lo ha però seguito con ostinazione, riuscendo a raccogliere aiuti e collaborazione da privati cittadini ed enti pubblici.

Tutto è cominciato nel 2012, quando l’associazione ha dato inizio a un progetto di coltivazione di terre abbandonate con metodi da agricoltura biologica. “I cittadini di Castiglione e dei paesi intorno hanno iniziato a cederci i propri terreni e fabbricati rurali attraverso la formula del comodato d’uso gratuito”, spiega la presidente dell’associazione Tiziana Colluto. “Quelle campagne incolte rappresentano un costo per i proprietari. Noi le abbiamo coltivate senza chimica e lì sono tornati cereali, ortaggi, canapa, alberi da frutti minori. Abbiamo anche avviato un piccolo vivaio della biodiversità, per recuperare, selezionare e riprodurre semi in via d’estinzione, ridistribuendoli ai contadini”.

Una cordata solidale per realizzare il mulino di tutti

Nel 2016 è quindi partito il progetto del mulino di comunità. Casa delle Agriculture Tullia e Gino e Rete Salento Km0 hanno lanciato una campagna di raccolta fondi. In un solo mese, cittadini e piccoli agricoltori hanno donato 37mila euro, impiegati per la ristrutturazione dei locali che oggi ospitano il mulino. Altri fondi per ultimare i lavori e acquistare i macchinari sono arrivati dalla Regione Puglia e dalla Fondazione Con il Sud.
Ma la realizzazione del mulino è stata molto di più di una collaborazione finanziaria. “In tanti – racconta l’associazione – hanno cooperato da volontari a ideare, progettare, mettere a punto ogni dettaglio. In particolare, lo studio Metamor Architetti Associati ha curato, gratuitamente, l’intera progettazione”.

Costi popolari e democrazia del cibo

Il mulino è un centro di trasformazione polivalente dei cereali di qualità, coltivati con metodi biologici. Servirà inoltre ad accrescere la biodiversità di cereali e leguminose, dando la possibilità ai piccoli agricoltori che coltivano specie antiche di macinare a costi popolari.
“Il mulino serve a rimettere in circolo le microproduzioni, attraverso un servizio di molitura a costi equi, perché convenga a tutti coltivare le terre oggi incolte”, spiega Tiziana Colluto. “Più terre attorno al nostro mulino significano più grani di qualità. Un’economia di prossimità significa poter tenere bassi i costi del cibo, pagarlo il giusto, senza specularci su”.
“Crediamo nella democrazia del cibo e il mulino è un mezzo per metterla in pratica. Il cibo sano, di qualità, non può essere un privilegio – conclude – Dev’essere per tutti”.

Approfondimenti
Per saperne di più sul progetto del mulino di comunità, visita il sito dell’associazione.
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