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Economia circolare in edilizia: a che punto siamo?

di Sara Perro

Economia circolare in edilizia: a che punto siamo?
Qual è lo stato dell’arte dell’economia circolare in edilizia? «Nulla si crea nulla si distrugge». Così, nel XVIII secolo, Antoine Laurent de Lavoisier enunciava uno dei principi cardine dell’Universo: la legge di conservazione della massa. Un inno allo status quo, parrebbe. E invece, subito dopo la virgola, ecco arrivare il colpo di scena: «tutto si trasforma».

Per troppo tempo l’economia si era dimenticata di Lavoisier. Il modello lineare, che ha dominato fino ad oggi, prevede un percorso senza ritorno dalla miniera alla discarica , o “dalla culla alla tomba”, per usare l’espressione evocativa di McDonough e Braungart, ideatori dello standard “cradle to cradle”. Ma le risorse non sono infinite e non si creano dal nulla. Ecco allora che il principio di trasformazione torna prepotentemente alla ribalta.

Ripensare il sistema in ottica di economia circolare

Ora è tempo di ripensare tutto il sistema produttivo in ottica circolare. Compreso il settore edile e immobiliare, che da solo produce circa un terzo dei rifiuti e delle emissioni di CO2 globali. La spinta verso il cambiamento arriva ormai non solo dal mondo dell’ambientalismo, ma dagli stessi attori del sistema economico, che ne capiscono la convenienza, e dai governi, che ne sentono l’urgenza. Ad aprile 2018, l’Unione Europea ha approvato, a larghissima maggioranza, uno storico pacchetto di direttive per spingere l’economia circolare negli stati membri, ponendo obiettivi stringenti per i prossimi anni.

La filiera dell’edilizia si adegua: un viaggio tra visioni e avanguardie

Anche l’edilizia si dovrà, e si sta già adeguando. L’economia circolare in edilizia ormai è realtà. A diversi livelli: dalla progettazione alla scelta dei materiali, dal design di interni alla realizzazione delle componenti, dal cantiere alla riqualificazione fino alla dismissione. Ogni anello della filiera è coinvolto in quella che si annuncia come una rivoluzione epocale. Progettazione per il disassemblaggio, flessibilità degli spazi e degli edifici, modularità e fabbricazione off-site, ecodesign, riuso e riciclo sono le parole chiave. Da declinare in cantiere, in laboratorio, nello studio di grandi architetti o nella bottega di giovani artigiani che creano arredi con pezzi di scarto. Siamo andati a cercare visionari progetti di urbanistica e piccole esperienze di riuso creativo, innovazioni nel design e abitazioni completamente realizzate con scarti agricoli. Per dare un panorama quanto più variegato e completo della grande trasformazione in corso.

Di Giorgia Marino e Maria Chiara Voci

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