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Una casa salubre e in legno sul lago di Varese

di Sara Perro

Una casa salubre e in legno sul lago di Varese

Un terreno incastrato tra le colline moreniche sopra al lago di Varese, posto in prossimità di una pista ciclabile che lo circonda, ha stregato una coppia di giovani medici. Che hanno commissionato agli architetti Giovanni Dal Cin e Luisa Parenti una casa salubre, moderna, aperta sul paesaggio e  efficiente dal punto di vista energetico.

La planimetria doveva essere flessibile per dare la possibilità, in futuro, sia di ricavare uno studio con ingresso riservato sia di dividere la proprietà in due unità indipendenti. Il prospetto Sud è rivestito da una parete ventilata in doghe di larice, interrotta al centro da una cavità in gran parte vetrata che conferisce al tutto un senso di simmetria, e ospita piante di bambù per schermare le finestre ricordando un giardino d’inverno. Il prospetto Nord è intonacato e interrotto da un volume orizzontale rivestito anch’esso in larice, che definisce un balcone da cui si può godere della vista del lago.

L’intero edificio è stato costruito con un sistema prefabbricato a secco in legno ed è isolato termicamente con materiali naturali: sughero bruno auto espanso, senza uso di collanti sintetici per il cappotto, e fibra di legno sulle pareti e sulla copertura. I serramenti in legno garantiscono elevatissime prestazioni e sono dotati di schermatura solare a lamelle a controllo elettrico per evitare perdite di calore invernali e surriscaldamento estivo. I davanzali e le soglie esterne, posati in modo da ridurre al minimo le perdite termiche, sono in pietra quarzite grigia.

Il fabbisogno energetico è ridotto al minimo anche grazie a un impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore. Il sistema di climatizzazione è realizzato con una pompa di calore aria/acqua che alimenta un pavimento radiante a bassa temperatura. L’intera impiantistica, compreso il piano cottura, è alimentata con energia elettrica e con pannelli fotovoltaici posti sulla copertura.

A cura di Beatrice Spirandelli, foto di Marino Sanvito

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