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Natura di fine estate

di Giorgia Bollati

Natura di fine estate

Rigirare i terreni, controllarne la stratigrafia e assicurare alle radici il giusto apporto di ossigeno e acqua. Preparare la terra nei vasi per accogliere rosmarini e altre piante aromatiche, peperomie, edere e bengiamini. Queste le priorità verdi della fine dell’estate.
Con l’avvicinarsi dell’autunno, è bene cominciare ad attrezzare piante e terrazzi per affrontare l’inverno. Per resistere agli sbalzi termici, per sopravvivere all’aumento dell’inquinamento e contribuire a contrastarlo.

Con la stagione autunnale, foglie e radici vanno incontro alla stagione dormiente, i terreni si riposano e si ricostituiscono. È, quindi, il momento perfetto per compiere scelte progettuali e svolgere tutti i lavori necessari al rinnovamento e al mantenimento.

Così da proteggere gli spazi interni ed esterni e approntarli per l’arrivo della primavera.

«In previsione dell’inverno, occorre premurarsi che l’apparato radicale delle piante non patisca, che non venga asfissiato dal terreno e che sia raggiunto dalla corretta quantità di acqua e di ossigeno – spiega Ferruccio Capitani, presidente della sezione Piemonte e Val d’Aosta dell’AIAPP, Associazione Italiana Architettura del Paesaggio -. Occorre, quindi, predisporre il terreno prima che si arrivi al freddo e al gelo, rigirare la terra dei giardini e dei vasi in esterno per renderla meno compatta». Inoltre, la fine dell’estate è il momento migliore per rinvasare nuovi esemplari vegetali. Specie che siano in grado di resistere all’abbassamento delle temperature come alla calura che tornerà dopo la stagione più rigida. Che possano sopravvivere all’innalzamento dei tassi dell’inquinamento tipici dei mesi invernali e alla maggiore concentrazione di polveri sottili e che possano purificare l’aria degli spazi indoor come degli outdoor.

Natura di fine estate

«Il rosmarino è una pianta coriacea che resiste a sbalzi duri ed è adatta a vivere in inverno e in estate, tra le pareti domestiche o esposto alle intemperie – prosegue Capitani -. Pothos e peperomia sono adatte a svolgere il compito di filtro e ad assorbire tutte le sostanze nocive emesse dalle superfici casalinghe e gli inquinanti provenienti dall’esterno. Per giardini e terrazzi, può essere una buona scelta l’edera, in tutte le sue varietà, che ha una struttura fogliare tale da trattenere le polveri sottili e abbattere i livelli di inquinamento». Non tutte le piante, però, possono essere sistemate ovunque. Dopo aver identificato quali specie sono adatte per l’interno e quali per l’esterno, occorre scegliere un posto che garantisca loro le condizioni migliori, soprattutto tra le pareti domestiche.

«Ogni pianta ha caratteristiche diverse. Alcune hanno bisogno di molta luce e altre vivono meglio se lontane da raggi diretti – aggiunge l’architetto -. Alcune hanno bisogno di molta acqua e altre patiscono un’eccessiva innaffiatura. In linea generale, tuttavia, per tutte le specie, le fonti di calore o correnti d’aria che possono causare uno shock termico sono molto dannose. È bene, quindi, tenere i vasi in luoghi riparati da stress di questo genere.»

Infine, le ultime settimane d’estate possono essere impiegate per prepararsi alle piccole operazioni di potatura autunnali che aiutano molte piante a riprendere forma prima della stagione dormiente. «È sconsigliabile compiere tagli violenti. Non è naturale, per un albero o un arbusto, essere privato di una quantità eccessiva di rami e, in particolare, di foglie, poiché queste garantiscono la fotosintesi – conclude Capitani -.
E l’eccessiva potatura dei rami causa “confusione” nella gerarchizzazione delle cime. Bisogna rispettare la struttura armoniosa di una pianta. Bisogna imparare a osservarne lo sviluppo e ad assecondarlo».

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