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Adotta un campo di lavanda: il progetto del Podere Argo

di Redazione Casa Naturale

agricoltura 2.0

Quando Beatrice Galgano, quindici anni fa, si è trasferita dall’efficientissima Milano, alla campagna maremmana, stava pensando al suo amato Italo Calvino e in particolare, al suo personaggio Marcovaldo, ambientalista ante litteram e cittadino insofferente al cemento. Beatrice ha espresso tutta la sua passione per il verde, avviando l’attività di un agriturismo immerso nella natura di Sorano. 

Il progetto di Beatrice

La protagonista del nostro racconto spiega a Casa Naturale come Sorano sia diventato il suo posto del cuore a partire dal 2008, quando ha fondato la sua azienda agricola, nel Podere Argo.

All’inizio coltivavo legumi e producevo miele mille ori. Poi, nel 2012, ho cominciato a coltivare le prime piante di lavanda con metodi biologici” –

Ci racconta Beatrice, che non ha fatto la sua scelta per fattori economici, o nella speranza di riuscire a posizionarsi
sul mercato. Tutto è derivato da una sua autentica passione per la lavanda e per le sue famose e benefiche proprietà. Dallo scorso anno, la coraggiosa imprenditrice ha avviato un particolare progetto legato proprio ai suoi fiori preferiti, condividendo con moltissimi “adottanti” i suoi enormi campi di fiori viola, la quale aggiunge:

“Sono stati oltre duecento per il primo anno dell’iniziativa e ce ne aspettiamo altrettanti per il 2017” .

Partecipare a questa iniziativa ecologica è molto semplice: si può acquistare, tramite  lo shop online del sito (www.podereargo.com), una quota del campo al prezzo di 37 euro, con cui si garantisce la spedizione via e-mail di un attestato che certifica l’adozione per un anno della frazione di campo di lavanda. Dopo l’adozione avrai diritto a ricevere un pacchetto contenente alcuni prodotti ricavati direttamente dalla tua piccola proprietà. Ogni confezione inviato dal Podere Argo contiene:

  • un olio essenziale alla lavanda, il quale, oltre al suo inebriante profumo, ha molte qualità lenitive, calmanti e rilassanti;
  • un idrolato, a base di acqua distillata alla lavanda;
  • un oleito, ossia un composto di fiori macerati nell’olio evo;
  • un sacchetto di fiori essiccati.

La nostra beniamina ci spiega quanto questo sistema sia utile alla sua attività, perché le garantisce una base economica, grazie alla quale può sostenere le lavorazioni, la cura dei fiori e i prodotti che derivano dalla lavanda dei suoi campi.

Il Podere Argo si inserisce perfettamente nella tendenza degli ultimi anni, nel settore delle piccole aziende agricole, che ha a che fare con l’idea di creare dei consumatori che siano più coscienti e responsabili in fase di acquisto. L’attenzione e la curiosità si accendono quando si ha la possibilità di conoscere esattamente come funzionano le filiere di produzione e, in tal senso, l’adozione di alberi da frutto, così come gli alveari per il miele, o la vendita periodica di quote per la coltivazione di orti, è esattamente la pratica che serve ad avvicinare il consumatore, sia ai beni biologici, che al lavoro di coloro che li producono.

Beatrice ci spiega come i suoi “adottanti di lavanda”,  oltre che sostenere il progetto economicamente, siano interessati a partecipare in prima persona alla coltivazione:

“I miei adottanti ricevono aggiornamenti mensili via email, fanno parte di un gruppo Facebook dove carico foto e video e naturalmente sono invitati a visitare il campo e a godersi insieme a me la lavanda” .

Questo genere di agricoltura 2.0, dunque, è l’evoluzione della fattoria didattica, che piega i social a seconda delle sue esigenze, promuovendo il lavoro a contatto con la terra e cercando di far capire alle persone che mettere un like seduti sulla poltrona non basta, istillando, così, il desiderio di sporcarsi le mani. In questo senso il Podere Argo sta organizzando delle settimane dedicate alla lavanda, proprio nella stagione di raccolta, inserendo dei laboratori propedeutici per imparare a lavorare i fiori e ricavarne prodotti artigianali.

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