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Stefano Rodotà: la strada del diritto

di Redazione Casa Naturale

Stefano Rodotà: la strada del diritto

Casa Naturale ha chiesto sul concetto di acqua come bene comune, il parere di uno dei più autorevoli ed apprezzati giuristi italiani, Stefano Rodotà, che da anni dà alla discussione un prezioso contributo.

Lei ha dichiarato che: “Il servizio idrico non rientra nelle logiche del pubblico e neanche in quelle del privato”. Ci spiega cosa intende?
Parto da una dichiarazione del Ministro Fitto (Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Regionali nel Governo Berlusconi IV, ndr.): sostiene che coloro i quali hanno promosso questo referendum sono non moderni, ma arretrati. Evidentemente c’è una mancanza di conoscenza del dibattito che si sta svolgendo in tutto il mondo intorno alla categoria dei “beni comuni”. Si tratta di beni che non vengono qualificati né come pubblici né come privati, ma rispetto ai quali c’è l’interesse di una collettività più o meno larga e quindi devono essere gestiti in maniera diversa da quello che tradizionalmente è il modo di affrontare la proprietà pubblica o privata. E ciò non vale solo per l’acqua, anche per l’aria e per la conoscenza in rete, che oggi viene considerata uno dei più importanti beni comuni. E allora prendiamo due “beni pubblici globali”: hanno caratteristiche diverse perché l’acqua è una risorsa scarsa mentre la conoscenza in rete non lo è. La differenza è molto chiara. Mentre sull’acqua c’è concorrenza o ci sono guerre perché si tratta di un bene scarso – e se me ne approprio escludo dal godimento un’altra persona – non è così per la conoscenza in rete che permette quelli che si chiamano tecnicamente “usi rivali”. Se vado in una biblioteca e cerco un libro che ha in lettura il signor X , finché non viene restituito quel bene per me non è accessibile, mentre in rete qualsiasi conoscenza può essere accessibile ad un numero indeterminato di persone nello stesso momento.

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I consigli di Stefano Rodotà a Casa Naturale

Cosa fare

Riconsiderare il concetto di “cittadinanza”

Cosa non fare

Ignorare i movimenti attivi per la salvaguardia di diritti fondamentali

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Chi è Stefano Rodotà

Nel 1955 si è laureato in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma. Allievo di Rosario Nicolò, ha insegnato nelle università di Macerata, Genova e Roma La Sapienza, dove è stato professore ordinario di Diritto civile, e dove gli è stato conferito il titolo di professore Emerito. Ha insegnato in molte università europee, negli Stati Uniti, in America latina, Canada, Australia. È stato visiting fellow presso All Souls College, Oxford. È stato visiting professor, Stanford School of Law. Ha insegnato alla Faculté de Droit, Paris 1 Panthéon-Sorbonne. Ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Université Michel de Montaigne di Bordeaux e dall’Università di Macerata. È Presidente del Consiglio d’amministrazione dell’International University College di Torino.Fa parte del comitato dei garanti di Biennale Democrazia e del Centro NEXA su Internet & Società del Politecnico di Torino.È socio onorario dell’associazione Libera Uscita per la depenalizzazione dell’eutanasia. Il 29 novembre 2010 ha presentato all’Internet Governance Forum una proposta per portare in commissione Affari Costituzionali l’adozione dell’articolo 21bis. L’articolo in questione è il seguente: “Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale”. Una legge simile è stata approvata in Finlandia il 1 luglio 2010. In Finlandia oggi la banda larga è un diritto. Dal 1997 al 2005 è stato Presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, mentre dal 1998 al 2002 ha presieduto il Gruppo di coordinamento dei Garanti per il diritto alla riservatezza dell’Unione Europea.

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di Floriana Morrone (riproduzione riservata)

La versione integrale dell’intervista è sul numero di Casa Naturale MARZO 2011

 

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