Pizza: una tradizione da tutelare e difendere

di Redazione Casa Naturale

Pizza: una tradizione da tutelare e difendere

 

Difendiamo e valorizziamo la pizza napoletana. Infatti, la falsificazione dei prodotti alimentari made in Italy si allarga a macchia d’olio, producendo enormi danni alla nostra economia. Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha deciso di sottoscrivere la petizione per inserire l’arte della pizza napoletana nella “Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità”. La firma è stata raccolta a Pollenzo, a margine della lezione “Realtà e prospettive dell’agricoltura multifunzionale” tenuta agli studenti dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Slow food da Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e docente di turismo all’università degli studi di Milano Bicocca. La petizione “Proteggiamo il made in Italy: la pizza come patrimonio Unesco” è stata lanciata su Change.org da Alfonso Pecoraro Scanio, dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, da Coldiretti e Rossopomodoro ed ha già raggiunto 220 mila sostenitori.

Un traguardo annunciato durante l’ultimo incontro di raccolta firme: “La pizza è un’arte e noi ci mettiamo la firma” che si è tenuto a Torino, alla pizzeria Lentini’s, cui hanno partecipato: Alfonso Pecoraro Scanio, Sergio Miccù, Presidente dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Alessandro Martello, Docente di Brand Management dell’università Cattolica di Milano, Roberto Cerrato, Direttore del sito Unesco dei paesaggi vitivinicoli di Langhe – Roero e Monferrato e Nicola Lentini, Fondatore e titolare di Lentini’s Pizza. “L’arte della pizza”, commenta Alfonso Pecoraro Scanio, “rispetta i principi Slow food perché è un’antica tradizione che si tramanda di padre in figlio. Si tratta di un patrimonio culinario Made in Italy che va tutelato per la sua valenza storica, culturale e sociale. È una sapienza gastronomica che contraddistingue la nostra identità italiana e per questo va protetta. Ce lo chiedono 220 mila italiani”.

Per aderire: www.change.org

 

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