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Daniela Ducato e la pink economy

di Redazione Casa Naturale

Daniela Ducato e la pink economy

Pluripremiata per l’impegno ambientale e per le straordinarie capacità imprenditoriali, Daniela Ducato punta ad uno sviluppo economico che “ascolta” il territorio anziché sfruttarlo. 

A novembre scorso, a Stoccolma, ha ricevuto il Gold Winner – Euwin International Award 2013 come migliore innovatrice europea nel settore ecofriendly con la seguente motivazione: “Daniela Ducato ideatrice di Edilana e di Casa Verde CO2.0 è un esempio per il mondo. Con Architecture of Peace, ha creato i materiali per l’efficienza energetica carbon free e per l’edilizia verde più ecofriendly e innovativi d’Europa mettendo insieme tenacia, rigore scientifico, eccellenza tecnica, rispetto e valorizzazione dei paesaggi del mondo. Ha, inoltre, ideato opportunità di economia collaborativa e di economia di genere, riscrivendo regole nuove per la gestione sostenibile delle risorse naturali e per rispettare meglio e sempre di più il nostro pianeta e i suoi abitanti”. Con un’idea semplice quanto rivoluzionaria: i prodotti Edilana 100% pura lana vergine di pecora autoctona di Sardegna, hanno  ottime capacità di isolamento termico, igrometrico, acustico e di purificazione dell’aria. E un prezzo competitivo.

La vera sfida? La “pink economy”

Andare a scuola dai colombi e dai ricci e utilizzare le stesse materie prime delle formiche: la natura ha molto da insegnare all’uomo che grazie agli strumenti più innovativi può trasformare antichi saperi in innovazione. Il futuro del pianeta prosegue in questa direzione secondo Daniela Ducato.

La sua storia inizia con la Banca del tempo nel 1996. Ci racconta il percorso fino ad oggi?

Edilana si ispira e nasce dal patrimonio di ricchezza immateriale concretizzato nell’esperienza della Banca del Tempo “le città invisibili” di Guspini. La Banca del tempo vissuta nel pieno dell’economia della relazione, fondata sull’architettura intesa come luogo per produrre e scambiare saperi e linguaggi di comunità locali e globali e di biodiversità umana vegetale e animale, perché, come dice Italo Calvino nelle sue città invisibili, “Le città non sono solo scambi di merci: sono scambi di emozioni, di gesti, di ricordi, di desideri, di suoni, di tempo e di saperi”. Dall’esempio di Edilana, prima filiera costruita con la sinergia e lo scambio di competenze e sapienze di più imprenditori (produttori di materiali e produttori di paesaggio sano) nascono Edilatte, Ovile sardo Design, Ovile Italiano Design, OrtoLana, Editerra Edimare e, infine, sempre senza uso di denaro pubblico, il Polo Produttivo per la Bioedilizia “La casa verde Co20”, oltre 500 operatori in Italia, 75 aziende (di cui 40 in Sardegna e 35 nel resto d’Italia) coinvolte in distretto e in continuità di filiera, che condividono ricerca, competenze e tecnologia. Vengono utilizzate solo materie prime naturali eccedenti e locali con ciclo completo a km0 senza “consumo” di agricoltura di paesaggio e di risorse idriche nei settori dell’edilizia, dell’arredo, del design, dell’agricoltura, della nautica e in distretto con i settori del food agricolo e della pastorizia da cui si ricavano le materie prime eccedenti. “La casa verde Co2.0” è il Polo Produttivo per la bioedilizia più grande d’Italia per tipologie realizzate (oltre 400 modelli), produce a km0 commercializza con il “km ravvicinato” ed esporta con il “km scambiato”.

reen economy significa anche un’esperienza imprenditoriale redditizia?

Il mio territorio non è la Sardegna ma il mondo intero e tutti i suoi abitanti (animali, minerali e vegetali compresi) . E non potrebbe essere diversamente considerato che opero in edilizia e l’architettura rappresenta l’attività umana con il più alto impatto ambientale del pianeta. Il petrolchimico è la risorsa predominante dell’edilizia ed anche la prima causa al mondo di guerre, sfruttamento, povertà, diseguaglianze sociali e cambiamenti climatici. La stessa efficienza energetica è fatta di materiali petrolchimici o comunque energivori (ad esempio la lana di roccia) o di materiali ritenuti naturali ma che per essere coltivati sfruttano suolo e risorse idriche e sottraggono spazio all’agricoltura nelle diverse parti del mondo. Esistono, inoltre, sempre materiali naturali realizzati in diverse parti del mondo, ottenuti con l’abuso salariale e lo sfruttamento delle persone, soprattutto delle donne, che costano molto meno degli uomini. La green economy in edilizia si gioca molto sulla pelle delle donne. Ci vorrebbe più “pink economy”. Produrre senza sfruttare il suolo agricolo l’acqua e le persone si può. Produrre senza petrolio è possibile. Produrre materiali senza produrre guerre si può. La mia esperienza insegna che produrre reddito e posti di lavoro dignitosi e materiali dignitosi si può. Un’economia sostenibile in cui efficienza energetica fa rima con etica è possibile ed auspicabile perché la questione morale è anche questione economica. La qualità, se è innovativa, produce reddito. Dentro casa verde Co2.0 produco materiali innovativi e altamente performanti ispirandomi alle stesse materie rime usate dagli uccelli per i loro nidi: architetture perfette, fatte di fibre animali di terra di paglie vegetali. Per me innovare è guardare con gli occhi di formica, andare a scuola dai colombi, copiare dalle resistenti tane dei ricci. Perché la natura sa ascoltare, non spreca, non genera rifiuti, utilizza quanto basta. A febbraio inaugureremo Edimare, un nuovo materiale per la bioedilizia, regalato dal mare, la cui tecnologia si ispira alle ali delle farfalle ed è ottenuto grazie alla ricerca scientifica. E’ frutto dell’intelligenza “glocale”. Ecco perché sento di ringraziare il mondo, il mio territorio inteso come il pianeta intero.

Di Floriana Morrone

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